
L’auto-distruzione economica dell’opera non deve quindi far paura. La vera paura per il territorio di Bernareggio e del Vimercatese era quella di ritrovarsi ulteriormente riempito di asfalto, diviso irreversibilmente in due da corsie, stazioni di servizio e svincoli, cancellando definitivamente quel che resta dei boschi, delle aree a verde e dei terreni agricoli.
I mezzi pesanti in transito sono sì un problema, in una regione che anche per le merci non riesce a sviluppare un sistema alternativo a quello su gomma. Ma il traffico convogliato dalla nuova autostrada avrebbe comunque danneggiato la qualità dell’ambiente in termini di inquinamento atmosferico e acustico. Senza contare l’incremento del transito dei mezzi generato proprio dalla presenza della nuova autostrada a causa dell’ulteriore espansione dei poli industriali nelle aree limitrofe.
L’obiettivo di queste opere è esclusivamente quello di arricchire i costruttori e i gestori delle autostrade. Senza l'aiuto, o meglio il regalo, della concessione di fondi pubblici, il sogno di opere a costo zero e autofinanziate si è dimostrato un inconcludente miraggio.
Ora si apre una possibilità: quella di rivedere le scelte. Perché è chiaro che serve migliorare il trasporto pubblico e la rete esistente. Nello specifico a livello comunale la scelta deve essere quella di sviluppare collegamenti efficienti con gli ospedali e con le stazioni ferroviarie e metropolitane che sono le vere esigenze della comunità locale.
A cui si aggiungono la necessità di non consumare suolo libero con ulteriore urbanizzazione, prevista invece nel PGT in fase di approvazione, e quella di tutelare con forza il territorio tramite l'annessione ad un Parco Locale di Interesse Sovracomunale.


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da il Cittadino 12/05/2013
dal Giornale di Vimercate del 14/05/2013